Ieri anche mio figlio, Cristian D’Alessandro, è stato rilasciato su cauzione dal centro di detenzione SIZO1 a San Pietroburgo.
La libertà su cauzione è stata concessa dietro il pagamento di una
cauzione di 2 milioni di rubli, circa 45 mila euro. La cauzione è stata
pagata con i fondi di Greenpeace International.
Come
madre questo è di grande conforto per me, e rappresenta un primo passo
importante per dimostrare che mio figlio non ha commesso nessuno dei
crimini per cui lui e i suoi compagni sono accusati. Vedere finalmente
Cristian uscire dal centro di detenzione è un’immagine di speranza che
tutti noi abbiamo aspettato con ansia negli ultimi mesi, anche se non
sappiamo ancora quando tornerà a casa.
Ringrazio
il Ministero degli Esteri e la rappresentanza diplomatica in Russia per
il loro prezioso aiuto. Ora aspettiamo che tutti gli attivisti, incluso
l’australiano Colin a cui la libertà su cauzione è stata negata, escano
dal carcere. Siamo
sollevati, ma non stiamo festeggiando: sono tutti ancora accusati di
vandalismo, crimine molto serio che non hanno commesso, e rischiano anni
di carcere. Gli Arctic30 saranno liberi quando cadranno le accuse
ingiuste e anche l’ultimo di loro sarà tornato a casa dalla propria
famiglia.
Io e mio marito non vediamo l’ora di poter parlare con nostro figlio.
Grazie,
Raffaela Ruggiero via Change.org