mercoledì 11 luglio 2012

L' Universo è sordo? No, eh!

Sta succedendo di nuovo, tre anni dopo.
Nonostante avesse promesso che sarebbe stata l'ultima volta, l'azienda dove lavoro ha annunciato nuovi esuberi.
Chissà perché i dirigenti, come i politici, non si prendono mai le loro responsabilità.
E' semplice. Hai sbagliato, sei incapace....vai a casa.
E non mandi a casa le persone che magari sono lì da più anni di te, e nonostante si ripetano come un mantra, cercando di convincersene, che lo sanno che tutti sono utili e nessuno indispensabile, poi, in fondo in fondo (ma neanche poi tanto) un gran senso di appartenenza lo hanno sviluppato, eccome! Anche se non richiesto, anche se dà quasi fastidio, perché è più difficile mandare a casa facce conosciute invece di numeri di matricola.
E così questa volta ci sono dentro anch'io.
Nel mio ufficio siamo in quattro e le grandi menti hanno individuato due esuberi, senza la possibilità di usufruire dei contratti di solidarietà (ma grazie, ben gentili, ma 4 persone al 50% = 2 persone... è matematico!)
Inutile dire che gli esuberi non ci sono, come non ci sono nelle altre aree interessate. C'è crisi, sì, ma ci sono anche persone che non riescono a risollevare la nostra realtà e fanno pagare il conto alle persone sbagliate.

Qualcuno si ricorderà che da tempo esprimo continuamente il desiderio di cambiare lavoro... beh l'Universo deve essere sordo perché non intendevo una cosa del genere. Preferivo andarmene io, magari dopo aver trovato un altro lavoro! E invece c'è il rischio che se ne vadano le mie colleghe, alle quali, pur non andandoci d'accordo, non potrei mai augurare di perdere il lavoro.

E così, domani partono le trattative. Io sto vivendo questa situazione in maniera un po' confusa. Ieri, appena ricevute le indiscrezioni, le famose voci di corridoio, insieme alla mia collega l'abbiamo buttata sul ridere.
Oggi, dopo l'assemblea, dopo aver capito che i tempi sono cortissimi, che l'incentivo è ridottissimo e che non si capisce se c'è un progetto per il futuro, mi è venuto il magone.

Perché io sono una di quelle persone che "si ripetono come un mantra, cercando di convincersene, che lo sanno che tutti sono utili e nessuno indispensabile, ma poi, in fondo in fondo (ma neanche poi tanto), un gran senso di appartenenza lo hanno sviluppato, eccome!" tanto per citare me stessa.

E non so se preoccuparmi o prenderla come un'opportunità. Ho la tentazione di offrirmi volontaria, perché fa troppo male veder buttare tutto alle ortiche e forse è meglio andare via e lasciare il posto alle altre.

Comunque andrà sarà un sconfitta. Se dovessi uscire, sarei senza lavoro, se dovessi restare, lavorare sarebbe impossibile perché ci sarebbero altre due posizioni da coprire.

Per tamponare e rimandare il problema, il ricorso alla solidarietà sarebbe la decisione migliore. Potrei riappropriarmi del pomeriggio e occuparlo in modo più "utile e indispensabile": stare di più con la mia famiglia.













16 commenti:

  1. ciao cara, mi spiace per ciò che sta succedendo nella tua azienda. ieri mio marito è arrivato a casa con la stessa notizia, non è il suo posto a essere messo in discussione, ma le riflessioni fatte sono state proprio identiche alle tue. Tutti utili, nessuno indispensabile, un numero, nessuna umanità in quel luogo in cui si passa la maggior parte del proprio tempo, come se fossimo quei prodotti che passano sopra al rullo trasportatore e nulla di più. Non vederla come una sconfitta, ma come un dono: passare più tempo a casa con i propri figli (adolescenti poi) non è una fortuna che in molti si prendono. Quando si chiude una porta si apre sempre un portone, magari anche professionale, dobbiamo solo saper cogliere queste opportunità (e vederle quando si mostrano)! in bocca alla lupa!

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    1. Ti ringrazio tanto. Anch'io la volta scorsa ero tra quelli che non sono stati toccati e mi hanno fatto sentire in colpa per questo, perché fanno in modo che diventi una guerra tra poveri. Ma sono ottimista. Forse riusciremo a portare a casa la solidarietà e potremo restare tutte quattro. Vedremo.
      E hai ragione. Voglio vederla come un'opportunità. All'inizio ci resti male, perché dopo anni ti affezioni, ma voglio guardare altrove. Grazie ancora.

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  2. Per prima cosa Alice considera questa situazione come un'opportunità. L'universo ti ha risposto e ti sta dando un'opportunità! Qualsiasi sia la scelta e gli sviluppi immediati.
    Seconda cosa: non voglio sembrare melensa ma in questo periodo di crisi mi pare che la cosa che manchi di più sia proprio la solidarietà (e non solo di tipo economico).
    Un abbraccio e incrocio le dita!

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    1. Grazie Simonetta. Sai, questa volta siamo più uniti e cerchiamo di ottenere qualcosa di buono per tutti. Posso anche andarmene, ma fa male al cuore veder buttare all'aria l'azienda dove hai passato più di metà della tua vita. Stiamo facendo tutto il possibile per far capire a "chi deve capire" che si è messo nelle mani sbagliate. E' stata scritta una lettera, con il cuore in mano, molto dignitosa e per niente patetica. Non si dice: "ah resteremo in mezzo a una strada", ma "noi ci crediamo ancora, perché non vedi che stanno buttando tutto alle ortiche?" Mah, chissà. Staremo a vedere.

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  3. Anche io sono nella stessa situazione. E c'è poco da dire, una cosa è sognare un'alternativa, un'altra è vedersi franare il terreno sotto i piedi così, dalla sera alla mattina. E di questi tempi poi, quando trovare un altro lavoro che dia stabilità è di fatto impossibile...
    Perciò ti capisco. Non ci resta che aspettare e sperare per il meglio.

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    1. Già è proprio "vedersi franare il terreno sotto i piedi così, dalla sera alla mattina" che ti spiazza. Il fatto che la considerassi un'esperienza conclusa, mi aiuta un po', ma fa male lo stesso.
      Già speriamo in tempi migliori. Grazie e in bocca al lupo anche a te.

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  4. Ogni situazione, secondo me, prevede una o più soluzioni.
    Tu sei una donna in gamba e oltre a trovare una soluzione determinerai senz'altro la migliore per te stessa.
    Da parte mia un appoggio virtuale.

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    1. Ti ringrazio per la fiducia e considero il tuo appoggio molto più che virtuale. Lo apprezzo tantissimo.

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  5. Ciao Alice,
    sono passata a salutarti.
    Abbandono il blog per un pò.
    Ci "rivediamo" a settembre.
    Un abbraccio.
    Miky

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  6. Mi dispiace leggere questo post perche', nonostante io abbia volontariamente e per ragioni di famiglia, deciso di lasciare il mio lavoro, so come ci si sente..con quel vuoto che significa nuove opprtunita' con cui riempirlo, ma anche tanta incertezza. Certo se in Italia ci fosse un mercato del lavoro aperto dove si, va bene licenziare, ma non e' difficile nemmeno farsimassumere...allorasarebbe tutta un'altra musica...ma vedrai che ce la si fa, ce la si fa sempre, l'importante e' non chiudersimmaimalle nuove possibilita'

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    1. Ti ringrazio tanto per questo commento. E' bella anche la solidarietà virtuale.
      Non mi sto chiudendo, sono più che altro stupita di quello che vedo, perché rispetto ad altri miei colleghi, io li vedo i numeri e vedo anche gli sprechi.
      Ma detto questo, forse è proprio la spinta che mi ci voleva, forse da sola non avrei trovato il coraggio. In realtà con i carichi familiari e l'anzianità potrei essere quella più tranquilla. Ma a queste condizioni non mi interessa più. Ho bisogno di aria nuova. Grazie ancora.

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  7. Ciao Alice, mi dispiace sicuramente per quello che stai passando, per i pensieri che giustamente ti attanagliano in una situazione del genere. Ma anche io mi associo a chi ti suggerisce di vedere l'occasione come un'opportunità: alle volte abbiamo bisogno un piccolo incoraggiamento per trovare la forza di fare ciò che veramente vogliamo. Se invece dovessi rimanere, anche questo è positivo, perchè vuol dire che il tuo operato è stato ed è apprezzato.In ogni caso io starei a vedere cosa succede, la realtà spesso tortura meno dell'immaginazione.
    In bocca al lupo e tienici aggiornati! Buona domenica!
    Laura

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    1. Non è così semplice. Se anche riusciremo ad ottenere la solidarietà al 50% non riusciremo a svolgere il nostro lavoro. A me piace fare le cose come si deve. Trimestralmente, poteva capitare anche di lavorare per alcuni giorni fino alle 20.30 pur di finire in tempo. Se insistono con gli esuberi, non ci tengo a restare. Ci tengo a questa azienda, ma molto di più alla salute.
      Grazie Laura.

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  8. mi spiace un sacco, davvero. come avevo già accennato, da noi, in azienda, potrebbe presto succedere una cosa simile. mi sembra impossibile che ci siano metodi così "bruschi". voglio dire, un conto è avere il desiderio di cambiare lavoro, un altro è vedersi togliere da un giorno all'altro la scrivania da sotto le mani. che capiti a te o a una collega è un'ingiustizia e purtroppo di questi tempi sta succedendo troppo spesso. ti faccio i miei in bocca al lupo, che tutto vada al meglio. per te e tutti i lavoratori in difficoltà. a prestissimo

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    1. E' proprio così. Sono dispiaciuta e amareggiata per tutte quelle persone che in quanto a dignità a senso di responsabilità non hanno bisogno di lezioni da nessuno. Crepi il lupo.

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